Interconnessioni

Interconnessioni

1-30 settembre

a cura di Davide Sarchioni

In parallelo al progetto site-specific “Superdecor” di Devis Venturelli, gli spazi della galleria al Frantoio di Capalbio ospitano la mostra “Interconnessioni” che riunisce le opere di Antonio Ambrosino, Massimo Biondi, Massimo Tosini e una serie di scatti di Isaco Praxolu in un inedito incontro fra percorsi, linguaggi e poetiche assai peculiari, ma estremamente distanti fra loro, con l’intento di mettere in luce inaspettate connessioni.

I lavori e le installazioni di Antonio Ambrosino (Napoli, 1982) in legno e in terracotta testimoniano il suo interesse per la natura e per i fenomeni che la regolano, con i suoi processi di metamorfosi legati anche al trascorrere del tempo e ai segni che da esso derivano, ponendo l’attenzione al mondo della materia e delle forme a cui egli infligge il segno tangibile della sua presenza.

Le opere grafiche di Massimo Biondi (Marradi – FI, 1953), eseguite con una tecnica minuziosa e puntuale, registrano un’inventiva di ispirazione Dada e surrealista nella modalità con cui assembla e associa oggetti di vario genere in composizioni pur sempre rivolte ad esiti figurativi. Analogamente le sue sculture in legno derivano dalle suggestioni formali ed estetiche di tronchi d’albero e rami recuperati e a cui restituisce una nuova funzione.

Massimo Tosini (Parma, 1955) da anni lavora ispirandosi e facendo propri i principi dell’estetica Zen approdando in pittura, come nella ceramica, a raffinatissimi grafismi nei quali è l’intuizione o l’impulso creativo che conduce l’artista a raggiungere un risultato con immediatezza e spontaneità, senza elaborazioni ulteriori e, allo stesso tempo, con forte vitalità.

Infine, gli scatti in movimento di Isaco Praxolu (Cagliari, 1979) trasfigurano gli interni della galleria in uno spazio altro ma ben riconoscibile, mettendo in relazione l’attimo che sfugge allo scatto fotografico in immagini assai vicine alla pittura digitale, caratterizzate da improvvisi sdoppiamenti dei soggetti ritratti e da una enfatizzazione quasi allucinatoria dei timbri cromatici.

Il complesso di tali ricerche, seppur differenti e legate anzitutto a specifiche attitudini ideative, genera interconnessioni e cortocircuiti che si diramano da un lavoro all’altro e condivide la necessità trasfigurante dell’atto creativo teso a trasformare immagini, forme e materie per rintracciare ulteriori formule linguistiche e sguardi trasversali sul vissuto e sulla realtà.

 

http://www.frantoiocapalbio.com/?q=node/189