全身 – ZEN SHIN

 

  • 8 settembre ore 19.00 – Performance di danza di Aya Iida, presso l’AUDITORIUM COS.MO – Via Arsenale, 15- Pieve di Cadore;

  • 9 settembre ore 18.30 – Inaugurazione della mostra dal titolo Zen Shin, curata da Claudia Gennari (dal 9/9 al 15/10)  presso l’Asilo Vecio di San Vito di Cadore – Corso Italia, 92/94;

  • 10 settembre ore 19.00 – Japanese cuisine party (Yuhei Takada oltre ad essere un artista è anche chef a Kobe e cucinerà piatti tipici nipponici)  presso la Baita Son dei Prade – Son dei Prade 1 – CORTINA D’AMPEZZO (solo su prenotazione – disponibilità per circa 40 persone – tel: 0436 2540).

English

 

The exhibition consists in a collection of diverse original works by Aya Iida, Yuhei Takada, Mitsuru Kadono, Yui Kokami, Tomy Tomoko Tamura, Japanese artists bonded by the will and skill to combine tradition and contemporary time.

Japan is cradle to century-old traditions, heritage of knowledge shared by artists having the wisdom to preserve them, or rather to blend them with innovation in a perfect balance between past and present. There stand out the ancient art of engraving, the ability to communicate through the sign.

The five artists are not new to experiences abroad pursuing daring experimentations linked to their own time through the means they are more comfortable with: pure colour, strong lines guided by hand or body movement, tactile experiences.

Mitsuru Kadono and Yui Kokami present two installations aiming to plunge the spectator into a dreamlike dimension: the former sets up a labyrinth of geometrical forms of a bright, bold blue; the latter proposes a bundle of wires and electronic components, sort of cyber archaeology, elements that are usually camouflaged.

Yuhei Takada uses ephemeral materials, like paper, to create one of the most known figures of the Japanese folklore, a big, colourful dragon of the forest, product of a collective effort: the scales of the fantastic creature arise from the creativity, inventiveness and the whims of those who have collaborated with the artist in various workshops.

Aya Iida and Tomy Tomoko Tamura mainly offer non-figurative outcomes: for the former the graphic line is the result of a performing act enriching the work with sense, a ‘danced’ path whose destination is impossible to trace a priori. Tomy, eclectic artist whose interests stretch from art, design to the organization of events; the Zen randomness that leads the large and liquid sign on the canvas takes the spectator to the research of an inner passion whose outlines can be translated into a message.

Finally, the exhibition fosters a reflection: it invites to seek a deep common sense among the works only apparently detached, ever since having their roots in a common, culturally fertile ground showing new, blooming outputs.

Italiano

 

L’esposizione presenta un corpus di opere eterogenee e originali, i lavori di Aya Iida, Yuhei Takada, Mitsuru Kadono, Yui Kokami, Tomy Tomoko Tamura, artisti giapponesi accomunati dalla volontà e abilità di coniugare tradizione e contemporaneità.

Il Giappone è culla di tradizioni millenarie, patrimonio di conoscenze condivise da artisti che hanno avuto la coscienza di non disperderle, semmai unirle all’innovazione, in un perfetto equilibrio tra passato e presente. Emergono l’antica arte dell’incisione, la capacità di comunicare attraverso il segno.

I cinque artisti non sono nuovi ad esperienze all’estero, perseguendo audaci sperimentazioni legate al proprio tempo attraverso i mezzi che più sono loro congeniali: colore puro, linee decise dettate dal movimento della mano o dal moto del corpo, esperienze materiche.

Mitsuru Kadono e Yui Kokami presentano due installazioni che immergono lo spettatore in una dimensione onirica: il primo allestisce un labirinto di forme geometriche di un blu acceso e brillante; la seconda propone un groviglio di fili e componenti elettroniche, archeologia informatica si direbbe, elementi che solitamente si cerca di mimetizzare.

Yuhei Takada utilizza materiali effimeri, come la carta, per realizzare una delle figure più note del folklore nipponico, un grade drago delle foreste dai toni brillanti prodotto di un lavoro corale: le squame della creatura fantastica scaturiscono dalla creatività, dall’inventiva, dai desideri di chi ha collaborato, in diversi workshop, con l’artista.

Aya Iida e Tomy Tomoko Tamura giungono a esiti prevalentemente non figurativi: per la prima la linea grafica è risultato di un atto performativo che arricchisce di senso l’opera, un percorso ‘danzato’ del quale è impossibile a priori immaginare la meta. Tomy, artista eclettica i cui interessi spaziano dall’arte al design all’organizzazione di eventi; la casualità zen che guida il segno largo e liquido sulla tela, porta lo spettatore a ricercare un dettato interiore in cui le tracce possano tradursi in un messaggio.

La mostra impone, infine, una riflessione, invita a ricercare un senso comune profondo tra le opere solo apparentemente disgiunte, che affondano le radici in un terreno comune culturalmente fertile da sempre, mostrandone i frutti nuovi e rigogliosi.