Maria Letizia Paiato
Pittura lingua morta? Se ancora qualcuno avesse questo pensiero, con la mostra Left Behind alla Reggia di Caserta di Paolo Bini, recente vincitore della XVII edizione del Premio Cairo a Palazzo Reale di Milano, può avere la certezza di sbagliarsi. La pittura è nelle mani del giovane artista campano un linguaggio che, oltre a dimostrare di essere vivo, sancisce la strada per un suo stesso rinnovamento nel flusso pieno della contemporaneità.
La sua è una ricerca fresca che attualizza i precetti costitutivi della grammatica pittorica. Infatti, spingendosi a fondo nell’indagine sul colore, Bini lo accarezza, lo sviscera e lo penetra portando in superfice una pulsione emozionale capace di toccare alte corde di poesia. I suoi originali dipinti, realizzati componendo strisce di carta su tela, conducono lo sguardo di chi osserva verso astratti paesaggi immaginari che portano con sé, non solo un’estetica impareggiabile, ma anche e soprattutto una musicalità che suona come autentica pulsione di vita.
Alla Reggia di Caserta, tuttavia, Bini fa un ulteriore passo in avanti nella propria ricerca, realizzando un progetto site-specific di pittura installativa, finora mai tentato. Nella prima sala sono in mostra tre grandi dipinti in acrilico su tela, che in realtà sono i supporti di scarto sui quali l’artista realizza le sue strisce. Recuperati per questa occasione, essi mostrano la fase preliminare del suo agire, cui Bini ha dato nuova vita, mostrando di fatto un “dopo” che, nel tramutarsi in nuove opere, mostrano la forza creatrice e propulsiva sottesa alla pittura stessa. Il risultato: spettacolari trame intrecciate esaltate da una particolare illuminazione – sorprendente ed avvolgente – tanto da creare nell’osservatore l’illusione di essere di fronte a dei light-box. Una vera magia che prosegue nella serie di monocromi in acrilico che compongono una grande costellazione con evidenti richiami agli allestimenti delle quadrerie borboniche, ma che al contempo evidenziano la tradizione del geometrismo astratto cui Bini guarda come punto di riferimento alla sua poetica. E sempre sulla scia di una pittura installativa che si fa letteralmente scultura, nella terza e nella quarta stanza Bini ha ideato due opere a carattere ambientale, Paradise Box, già presentata all’ultima edizione di Art Verona | Project Art Fair, e un wall-painting dalle dimensioni monumentali in armonico dialogo con gli affreschi della volta. Chiude l’esposizione un piccolo ovale di colore rosa antico, a dimostrazione dell’abilità di Bini nel sapersi muovere fra diverse superfici e forme, stando e vivendo il tempo dell’oggi e lo spazio che lo circonda.
Paolo Bini, è stato invitato dalla Direzione Generale della Reggia di Caserta alla realizzazione di questa mostra, che fino a poco tempo fa ha ospitato la prestigiosa Collezione TerraeMotus, concependola in collaborazione con la Galleria Nicola Pedana di Caserta e con il Patrocinio della Fondazione Donna Regina Museo Madre di Napoli.
Left Behind è curata da Luca Beatrice e corredata da un volume monografico con testi, oltre che dello stesso Luca Beatrice, di Andrea Viliani e Arianna Baldoni.
Inaugurata lo scorso 18 dicembre 2016 Left Behind prosegue fino al 18 gennaio 2017.
Per le fotografie di ringrazino Carlo Ferrara, Angelo Marra, Agostino Menditto, Antonio Cocchia, Luca Beatrice, Nicola Pedana.