Massimo Bignardi
[…] ha scelto la digital print come base per costruire il movimento fra piano e volume, fra immagine e corpo: la pittura che cerca un ulteriore spiraglio per approdare fisicamente nello spazio, per lasciare, insomma, il valore di metafora. V’è tuttavia la dichiarata necessità di celebrare l’enigma della visione, eredità lasciataci dalle avanguardie storiche.