presenze

Massimo Bignardi

Antonio Ambrosino si serve dello software per elaborare una propria visione delle cose o, meglio ancora, per costruire una provocatoria realtà immaginativa. Il primo livello è la suggestione offerta dalla fotocopiatrice: al foglio fermo, all’immagine statica da duplicare, Ambrosino sostituisce frammenti, dettagli del proprio corpo, carichi di energia, colti nel loro agire, nei gesti che ne modificano l’immagine. L’immagine stampata dalla fotocopiatrice diviene la matrice sulla quale intervenire, successivamente, l’artista servendosi della tavolozza elettronica: la modifica dei toni, l’inserimento di nuove ed alterate cromie (colori essenzialmente acidi), la scrittura di ulteriori segni, assumono il valore di pittura.

 

13 - 2005/09 - light box auto stabile - 120 x 150 x 50 cm
18 - 2005-07 - unpublished
8 - 2005-07 - unpublished
21 - 2005-07 - unpublished